Gino Severini (1883 – 1966) è un pittore italiano del primo Novecento che ha interpretato in maniera estremamente personale i grandi movimenti e le avanguardie del suo periodo. In una prima formazione, l’artista è stato guidato al divisionismo dal maestro Giacomo Balla: i colori stratificati hanno costruito composizioni luminose, restituendo una purezza e un equilibrio delle linee e delle forme che sono rimasti nella produzione seguente.
A Parigi invece, Severini prima si avvicina al puntinismo di Seurat e poi diviene parte del movimento futurista. L’artista però prenderà sempre le distanze da alcuni tratti caratteristici del movimento, non essendo interessato alle tematiche delle macchine e della velocità, elementi invece centrali dello stile futurista. Piuttosto, Severini predilige lo studio della danza: le movenze di una ballerina sono lo specchio del movimento universale secondo l’artista. Dopo aver abbandonato il futurismo, Severini intraprende la strada del cubismo e del realismo: la sua produzione si arricchisce di nuove tematiche, quali le maschere, l’arte sacra o personaggi della Commedia d’arte.
Negli ultimi periodi della sua produzione, Severini cambia nuovamente il suo linguaggio artistico. Le sue opere si caratterizzano per una nuova attenzione nei confronti della luce e della divisione del colore, ritornando alla prima formazione post-impressionistica, futurista e pointillista.
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