Filippo De Pisis (1896 – 1956) è stato un pittore versatile e uno scrittore instancabile. La sua pittura è stata inizialmente influenzata dall’incontro con Giorgio de Chirico, Alberto Savinio e Carlo Carrà. Nei primi quadri si distingue perciò uno stile metafisico, ma le prime nature morte dell’artista richiamano anche i colori intensi e le atmosfere luminose di Manet e Renoir, senza però dimenticare il colorismo veneto.
Successivamente, i continui viaggi in Europa hanno arricchito sempre di più lo stile di De Pisis e gli hanno permesso di costruire uno stile pittorico unico e personale. Tanto che, negli anni, la sua pittura si è convertita in una “pittura a zampa di mosca” (E. Montale): il suo tratto è diventato spezzato, veloce e istintivo, la tavolozza si è impoverita nei colori e la sua produzione si è convertita in più sensibile e nervosa.
In ogni caso, nelle sue opere ricorrevano le tematiche delle nature morte e dei ritratti; l’artista non si è dedicato alle sole produzioni pittoriche, ma ha riservato anche grande attenzione alla pratica del disegno, considerato anch’esso come un’opera autonoma e completa.
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